L’intento è fare di Berlusconi il capro espiatorio di fenomeni negativi evidenti ben prima di lui e non ostacolati, ma assecondati dalla sinistra antiberlusconiana. Si è giunti al punto, di fare di Berlusconi l’iniziatore e il suscitatore del “populismo”, fenomeno che ha ben altre motivazioni, data la crisi della democrazia rappresentativa in Occidente.
Leggendo diversi commenti sui giornali e seguendo trasmissioni televisive di ieri, sento di dire: Berlusconi ha interpretato, in maniera spesso esagerata (in linea con l’io ipertrofico di cui era dotato) una società già da tempo colonizzata dal modello economicistico americano: individualismo, materialismo consumista, secolarizzazione e perdita della dimensione etica, spettacolarizzazione della vita, e così via.
Il suo continuamente dichiarato e forse sincero amore della libertà e per il suo Paese egli non poteva, quindi, che declinarlo in senso liberale, liberista e “occidentale”. Al populismo, che dalla combinazione di tutti questi elementi discendeva, aggiungeva poi il tocco della sua “giocosità” personale, del suo esibizionismo, della sua teatralità, anche con espressioni certamente di cattivo gusto o poco decorose in un uomo pubblico (almeno secondo i costumi italiani ed europei di un tempo). Insomma, a me pare che Berlusconi sia stato, in tutti gli aspetti (intercomunicanti) del suo operato sia in veste pubblica che privata, l’effetto e non la causa di trasformazioni già avvenute nel modello economico-sociale e culturale del Paese, ben prima che egli cercasse di interpretare e di proporre come positivi valori liberali tali cambiamenti, esito in verità del progressivo assoggettamento anche di un paese come l’Italia (con radicati tratti conservatori, comunitari, antimoderni), alle vincenti forme strutturali e sovrastrutturali del capitalismo di stampo anglosassone.
Per quanto detto, mentre trovo esageratissima e poco gradevole, non so quanto autentica, l’esaltazione di Silvio da parte dei suoi fedeli sostenitori della “destra”, mi sembrano false, ipocrite, vigliacche, nel migliore dei casi, se in buona fede, intellettualmente ottuse, le rappresentazioni che l’antiberlusconismo (specie quello della “grande” stampa e dei più autorevoli “salotti” televisivi) offre dell’era caratterizzata dalla presenza politica del Cavaliere. Come se i loro ambienti partitici o ideologici di riferimento siano stati solo vittime impotenti di fronte all’uragano Berlusconi di cui descrivono le devastazioni, i vari Floris, Giannini, Gruber e via dicendo tacciono, senza pudore, le complicità, le attive e passive responsabilità del variegato mondo di “sinistra”, ben prima dell’avvento sulla scena pubblica del personaggio appena scomparso.
L’intento è fare di Berlusconi il capro espiatorio di fenomeni negativi evidenti ben prima di lui e non ostacolati, bensì assecondati straordinariamente anche da coloro che si presentano immuni da colpe. Si è giunti al punto, in maniera francamente ridicola, di fare di Berlusconi l’iniziatore e il suscitatore, in altre parti del mondo, persino in America, del “populismo”, fenomeno serissimo che ha ben altre motivazioni, come l’oggettiva crisi della democrazia rappresentativa quale conosciamo.
Altro che unico capro espiatorio, quindi: di capri se ne potrebbe trovare un gregge! Per finire, tendo a credere che nella vita privata Berlusconi davvero fosse, come dicono, una persona buona, empatica, molto generosa; ma questo col giudizio politico c’entra poco.