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Cristiani in Siria: un disegno perverso

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Cristiani in Siria massacrati dal fanatismo islamico e dal tradimento dell’Occidente

Quanto è accaduto e sta accadendo in Siria contro le comunità cristiane ha qualcosa di diabolico, di politicamente crudele. <Una persecuzione ignorata> la definisce Gian Micalessin nel suo libro-inchiesta intitolato Fratelli traditi.

Un Occidente cieco e sordo ai segnali e alle grida di aiuto che provengono da quel paese lontano che è stato la culla del Cristianesimo di cui conservava chiese di pregio e vestigia di storia gloriosa. Un Occidente inteso come cartello di interesse economico e di complicità politica costituito da alcuni paesi europei (Francia, Inghilterra e Italia), con la supervisione strategica americana e il laido accoppiamento all’Arabia Saudita, al Qatar e alla Turchia.

Con l’aberrante obiettivo di abbattere il legittimo governo di Bashar al-Assad, denunciandolo come tirannico e antidemocratico – filmati già visti con Saddam Hussein e Gheddafi -, gli infami governi si sono alleati ai tagliagole dell’Isis, ai massacratori della Fratellanza Musulmana, di al-Qaeda e di al-Nusra, diventando nei fatti complici di coloro che hanno dichiarato guerra alla nostra civiltà e alle nostre tradizioni.

Questa operazione ha aspetti variegati che vanno dal ridicolo al losco al tragico.

Ridicolo il comportamento del golpista Giorgio Napolitano che l’11 marzo del 2010 conferisce la massima onorificenza della Repubblica al Presidente siriano, con lodi sperticate – reperibili in rete – durante una sua visita in Siria, celebrando al-Assad come illuminato, difensore della cristianità, modernizzatore del suo Stato e difensore del suo popolo. Nell’agosto del 2012, su suggerimento del suo sodale badogliano Mario Monti, distruttore d’Italia, revoca l’onorificenza per indegnità.

Losco, invece, il comportamento del nostro governo, che nella figura equivoca di Giulio Terzi, ministro degli Esteri sempre del famigerato Mario Monti, nega il visto di ingresso alla deputata cristiana Maria Sadeeh, appiattendo la Farnesina alle pressioni di Obama e dell’Unione Europea e sostenendo la causa di Mohamed Morsi, sostenitore dei Fratelli Musulmani che pretendono di imporre la shar’ia in Egitto, come sostenuto dal peggiore radicalismo islamico. Ma non basta. Ulteriormente sinistro lo stesso Terzi che a Villa Madama, nel febbraio 2013, riceve Moaz al-Khatib, imam di una celebre moschea di Damasco e esponente estremista dei già citati Fratelli Musulmani.

Insomma, tutto sta a dimostrare come i politicanti italiani targati Pd e sinistra siano partecipi alle più terribili operazioni di pulizia culturale e religiosa che la storia ricordi negli ultimi cento anni – dal genocidio armeno, per capirci –, senza il più labile pensiero a coloro che per la loro libertà politica e religiosa sono perseguitati e sterminati, mentre gli stessi oppressori e carnefici vengono diplomaticamente accolti nei salotti nostrani.

Vergognosa, in aggiunta, è la falsificazione metodica degli eventi da parte delle agenzie di informazione e dei mezzi di comunicazione.
Il 21 agosto 2013 arriva la notizia che l’esercito siriano avrebbe impiegato i gas contro i civili, determinando una strage inaudita di innocenti. Tra foto taroccate e notizie infondate interviene addirittura l’ex giudice della Commissione dell’Onu, Carla Del Ponte, la quale non solo nega la veridicità delle comunicazioni diffuse, ma addirittura denuncia l’uso del gas sarin proprio solo dai terroristi che combattono il governo di al-Assad.

Insomma, una guerra traversale condotta con menzogne istituzionali e con operazioni di disinformazione pretendeva di giustificare un eventuale attacco contro la Siria in nome e per conto di una democrazia fittizia, e nei fatti sostenendo quelle bandiere nere che proclamano sui muri delle chiese devastate: Da Raqqa a Roma!
E così è avvenuto. Niente di eclatante rispetto a precedenti violazioni del diritto interna-zionale, ma sufficiente per dimostrare che i veri nemici dell’Europa sono i suoi psicopa-tici rappresentanti, con la gestione dei servizi a stelle e strisce.

Intanto i cristiani fuggono e muoiono, perseguitati e massacrati da quei fanatici di Allah che pretendono sottomissione totale in cambio della sopravvivenza.
Quando Micalessin riesce con alcuni militari a sganciarsi dall’assedio di Maalula, la città siriana in cui c’è il convento di Santa Tecla che ospita suore e orfani del conflitto, accade un fatto surreale: nella piazza desolata e spettrale un vecchio cristiano, l’unico sopravvissuto, si aggira incerto appoggiandosi ad un bastone. Si salutano e si presentano, e di fronte allo sgomento del giornalista l’anziano gli dice: “Be’ non disperarti troppo…a voi cristiani d’Europa non andrà meglio. Anzi a voi, alla fine, andrà anche peggio. In fondo noi cristiani di Siria conosciamo il nostro destino. Lo sappiamo già…Alla fine dovremo abbandonare le nostre case o farci uccidere tutti. Ma a voi non andrà tanto meglio. […] Voi, perduti nella vostra indifferenza, verrete conquistati e uccisi senza neppure sapere da chi e perché”.

Ecco quello che fregherà tutta la civiltà europea: l’indifferenza, e con essa l’eccesso suicida di speranza, due stati d’animo, due predisposizioni psicologiche devastanti.

L’indifferenza a ciò che accade al di fuori dei propri circoscritti confini personali, ai segnali di allarme che vengono lanciati, alle prove lampanti di una guerra dichiarata dall’islam agli infedeli. E la speranza, quella fantasia di immunità e di ottimismo che gli antichi traducevano con il termine di illusio, di inganno.
Come affermò Churchill dopo il patto di Monaco: “Avete voluto evitare la guerra al prezzo del disonore. Avete il disonore e avrete la guerra”.

Ci siamo. Mentre assistiamo a genuflessioni indecorose dei nostri politicanti di fronte alle richieste islamiche – dai menù halal alla copertura delle statue, dalla rimozione dei crocefissi all’abolizione dei presepi, via via fino allo squallido atteggiamento servile dell’inutile ministro Mogherini, la controparte musulmana alza il tiro delle pretese.

Invece di studiare lo scenario già rappresentato in altri paesi europei, come il Belgio, la Francia, la Svezia ad esempio, e trarne le debite conclusioni e le conseguenti controini-ziative, noi stigmatizziamo l’Austria, l’Ungheria e la Polonia, mentre tracolliamo sotto il peso economico, sanitario, politico e religioso di questa minacciosa invasione.

Come ha dichiarato Monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo: “Regalando al fanatismo islamista e ai suoi seguaci l’illusione di poterci cacciare dal Medio Oriente li avete convinti di poter aspirare alla conquista dell’Europa. Perché voi non ve ne siete ancora accorti, ma loro perseguono questo obiettivo”.
Il disegno è chiaro, e siamo stati avvertiti. Le colpe di questa negligenza saranno imperdonabili dalle generazioni a venire.

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