Cavalcare l’onda dell’antipolitica significa ingenerare il disprezzo per la politica, il che porta all’abbandono della politica, perché la politica se non la fai, te la fanno addosso, se non te ne occupi, lei si occupa di te!
Ed ecco spuntare dal nulla un altro profeta: tal Mattia Santori che, col suo popolo delle “Sardine”, si professa privo di colore politico, ma siamo sicuri? Cosa si cela dietro questa mobilitazione e la sua pretesa assenza di ideologia?
Vale sicuramente la pena indagare sulla genesi e la natura di questa autoproclamazione di apoliticità.
Anzitutto vi è la necessità di raccogliere voti: non è un caso che questo cosiddetto movimento nasca in piena campagna elettorale nel capoluogo della regione Emilia Romagna, dove si vota il prossimo 26 gennaio e dove il governatore uscente, col suo partito di riferimento, è alla frutta.
Bonacini – residuo del Jurassico Rosso – ha tutto l’interesse a mantenere i compagni cattocomunisti, abusivamente al governo, alla larga da Bologna; con quali argomenti infatti essi potrebbero parlare agli elettori per rafforzare la mano di coloro che dovrebbero mettere la croce sul simbolo del loro candidato? Forse dei tempi di attesa per una visita in ospedale, dove i pronto soccorso stanno ulteriormente collassando sotto l’afflusso dell’effetto porti aperti? Oppure dell’80% delle case popolari assegnate agli extracomunitari? Del dilagare della mafia nigeriana ? Del degrado crescente che affligge le città? Oppure forse del dissesto provocato dalle esondazioni conseguenti al recente maltempo abbattutosi sui territori della provincia, o meglio ancora di Bibbiano?? E’ preferibile tacere!
Pertanto, ecco giungere sulle piazze una miriade di Sardine che, animate dall’unico collante dell’antisalvinismo, confondano le acque visto che anche il solo simbolo del PD pare foriero di sconfitta sicura, tant’è che è stato rimosso persino dai manifesti elettorali del candidato uscente il quale, ironia della sorte, ha bandito anche il colore rosso optando per un verde, diciamo, camouflage…
In sintesi, il simbolo del PD è talmente repulsivo che preferiscono assumere il volto delle Sardine, il paradossale movimento che scende in piazza a suon d’insulti e botte, benedetto dal governo e dalla Chiesa, contro l’opposizione, che poi è invece la maggioranza del popolo italiano al quale, secondo la Costituzione, dovrebbe appartenere la sovranità in un sistema che ancora potesse definirsi democratico
Inoltre il cavalcare l’onda dell’antipolitica significa ingenerare il disprezzo per la politica, il chè porta all’abbandono della politica, perché la politica se non la fai, te la fanno addosso, se non te ne occupi, lei si occupa di te! La Politica dovrebbe essere il tentativo di riannodare l’ideale e il reale, far sì che l’ideale permei il reale, che la realtà venga plasmata dall’idealità, che lo Stato secondo ragione diventi anche lo Stato esistente, invece il pensiero unico mondialista è volto alla delegittimazione della politica, alla presentazione di una realtà irenica ed immutabile, a sostituire i diritti con le merci e la politica con l’economia finanziarizzata.
E’ l’antipolitica targata PD, perché oggi il capitalismo è onnipervasivo, è di destra, di centro e di sinistra, e perché non volendo vedere altro che se stesso, odia la politica ammenochè non si configuri come mera continuazione dell’economia.
I padri costituenti avevano scritto “la sovranità appartiene al popolo”, i padri della finanza oggi ci dicono che la sovranità appartiene ai mercati, all’economia dei bancocrati e degli speculatori.
Ma non sono queste le sole ragioni
Chi ha investito finanziando l’organizzazione e la nascita di un movimento che sta mobilitando intere piazze, ha lo sguardo proiettato ancora più lontano. D’altronde la sedicente sinistra, anima inanimata del neomovimento ittico, è sempre stata molto abile ad animare le piazze.
Occorre pertanto riprogrammare la sintassi politica, altrimenti non ci si orienta nel cammino e lo schiavo finisce per fare il gioco del padrone, finisce con l’essere utile pedina del sistema ed amare le proprie catene.
La sedicente sinistra oggi è serva del capitale.
Il capitalismo odierno, quello finanziario o finanzcapitalismo, ha saturato tutti gli spazi, sia del reale che dell’immaginario, e quindi gestisce sia il consenso che il dissenso. Toglie linfa al dissenso inglobandolo, falsandolo, trasformando il dissenso in consenso e il consenso in dissenso. Crea i propri eroi, i propri movimenti di massa, i propri partiti, ed è in grado di farlo con una forza travolgente, intorbidendo le acque, ingenerando confusione nelle menti, annichilendo la voce del popolo che si perde nel canto delle sirene del politicamente corretto, del buonismo da centri sociali, del pacifismo a suon di bombe, dell’ecologismo a colpi di distruzione dell’ambiente, della deportazione etica e umanitaria.
Anche le Sardine sono un prodotto in vitro dell’élite turbofinanziaria targata Unione Europea, esattamente come il Movimento “En Marche” che in soli due anni è riuscito a colmare il vuoto di una sinistra perdente i pezzi e piazzare l’uomo dei mercati, il suo leader Macron, alla presidenza della Repubblica, con poteri ben più ampi ed incisivi rispetto a quelli italiani, dato il sempresidenzialismo francese.
Esattamente come il movimento grillino è stato tenuto sotto osservazione e all’uopo rafforzato e finanziato in vista dell’ineludibile confronto elettorale del marzo 2018, al fine di contrastare l’avanzata della Lega mediante il voto del Sud Italia, diffidente verso un partito nato come reazione al clientelismo parassitario del sistema di governo del Sud sul quale si era retta la prima Repubblica.
Esattamente come, per altri versi ma con tratti assolutamente comuni, è stato creato in vitro il fenomeno ecologista del quale la ragazzina con le treccine Greta Tumberg porta il pesante vessillo, lanciando i suoi strali furenti dinanzi ai consessi mondiali, nei quali siedono proprio coloro che rappresentano e tutelano gli interessi di chi l’ambiente lo distrugge veramente
Inoltre i movimenti etorodiretti dal capitale, come le sardine e le altre fattispecie sopra descritte, sono volti a legittimare la violenza cosiddetta “buona”. In questo ossimoro va inquadrata e risiede la ratio della riesumazione e strumentalizzazione dell’antifascismo in assenza di fascismo, strutturato secondo il seguente paradigma: viene creato il mostro fascista, ovvero si trasforma in fascista chiunque non la pensi come prevedono i diktat del pensiero unico propalato dal ministero della verità, aprendosi così la via al lecito utilizzo dei metodi dell’odio e della violenza.
La rivoluzione passiva è quella delle folle agitate e spinte alla violenza dai padroni. Smarrite nelle sabbie mobili del pensiero unico, le coscienze sofferenti e manipolate si ribellano scatenando la propria rabbia repressa proprio contro chi cerca di opporsi al regime. Scendono in piazza contro la famiglia, quando non potranno permettersi di averne una, a favore dei porti aperti e dei nuovi negrieri, le Ong, assalgono con sputi e spintoni gli esponenti delle forze populiste, che cercano di difendere i confini e la sovranità dello Stato nazionale, estremo e unico fortilizio della democrazia. L’ultima rivoluzione passiva prodottasi nella storia del nostro Paese, ovvero rivoluzione della classe dominante contro quella dominata, ha portato 20 anni di dittatura e una guerra civile, quella dittatura fascista ormai consegnata alla storia che oggi hanno riesumato e sventolano come deterrente, al fine di silenziare il dissenso, i nuovi antifascisti in assenza di fascismo.
Le immagini del clima creato davanti al Paladozza di Bologna hanno fatto il giro del web e sono oltremodo eloquenti. Questo è lo schema del nuovo fascismo dell’antifascismo. Il fascismo è una pagina della nostra storia che si pensava ed auspicava conclusa, come mai oggi torna tanto in auge? A chi giova sventolare il fantasma del pericoloso ritorno del fascismo, sinonimo di ogni dittatura? Forse che la dittatura ha un solo colore e una sola divisa, e non può invece vestire in giacca e cravatta, e parlare in modo suadente, e mettersi sul pulpito a predicare i propri interessi travestiti da valori? E se si vuole usare oggi il termine fascismo come sinonimo di violenza ed aggressione, fascista è chi aggredisce, urla, insulta, delegittima e tacita il pensiero diverso
Questa sedicente sinistra metamorfica, ormai arroccata come il Re Sole nei suoi palazzi da 70 anni, sentendo il trono vacillare sotto le terga, ricorre all’ultima spiaggia della piazza, passando dalle magliette rosse ai cortei arcobalenici, dai girotondi alle Sardine, ora alleandosi con l’altare ora vestendo le treccine di Greta.