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Repubblica Presidenziale ed Europa dall’Atlantico al Pacifico

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“Repubblica Presidenziale ed Europa dall’Atlantico al Pacifico”

di Giorgio Vitangeli

2023, pagine 130, Formato Kindle, € 5,99

è disponibile su Amazon.it Kindle Store la edizione eBook del libro

LINK: https://www.amazon.it/Repubblica-presidenziale-unEuropa-dallAtlantico-Pacifico-ebook/dp/B0C4TGXXCN/ref=sr_1_1?crid=QKILEICC5IEP&keywords=repubblica+presidenziale+e+un%27europa+dall%27atlantico+al+pacifico&qid=1683878808&sprefix=%2Caps%2C96&sr=8-1

L’Europa? Una testa di ponte degli USA nell’Eurasia

Ma veniamo così al tema che oggi più ci riguarda, cioè il presente ed il futuro dell’Europa, la guerra in Ucraina, lo stato di guerra non dichiarato che ha raggelato le relazioni tra l’Unione Europea e la Russia. Per non parlare dei rischi terrificanti che il perdurare della guerra per procura in Ucraina e l’apertura da parte degli Stati Uniti di un secondo fronte di lotta con la Cina comportano.

Anzitutto una constatazione, o meglio una conferma. Nello scenario geopolitico disegnato da Brezinski e fedelmente seguito da Washington, quale che sia il presidente in carica ed il suo partito di appartenenza, l’Europa è una “testa di ponte” americana nel continente eurasiatico: così l’ha definita, senza perifrasi, lo stesso Brezinski. E dopo la caduta dell’Unione Sovietica è stata questa “testa di ponte” che ha consentito agli Stati Uniti di avanzare sensibilmente nell’Eurasia, allargando la NATO sino alle frontiere del suo principale nemico strategico attuale, cioè la Russia.

L’allargamento dell’Unione Europea e della NATO sino all’Ucraina era dunque parte di questa strategia, e quello che gli anglosassoni dovevano scongiurare era invece un ritorno dell’Ucraina nella sfera d’influenza russa. Di qui prima un costante corteggiamento per attrarre verso l’Europa e l’Occidente l’Ucraina divenuta indipendente, poi la “rivolta colorata” di Maidan nel 2014 quando Viktor Janukovich, nato a Donesk, cioè nella regione orientale del Donbass a maggioranza russa, aveva avviato una politica di riavvicinamento a Mosca.

Riconquistata con un colpo di Stato l’Ucraina alla propria sfera d’influenza, la politica filooccidentale dei presidenti ucraini si era intensificata, e lo sbocco logico ormai non lontano erano l’adesione all’Unione Europea ed alla NATO. Cose che, come abbiamo visto, Putin non poteva accettare perché con quella mossa gli Stati Uniti,sulla scacchiera geopolitica, gli avrebbero dato “scacco matto”. Di qui l’intervento militare. E di qui la risposta degli Stati Uniti, degli anglosassoni alleati e dei “protettorati” e “teste di ponte” europei: isolare e sfiancare la Russia fornendo all’Ucraina tutta l’assistenza economica e militare possibile, con la copertura dell’ “intelligence” anglosassone, con l’invio continuo e massiccio di armi sempre più potenti e sempre più moderne, e con una martellante campagna di propaganda volta a dipingere i russi come brutali invasori che spargono devastazioni e lutti anche tra civili e si macchiano di crimini di guerra, mentre gli ucraini sono gli eroici difensori della loro libertà.

Una visione distorta che è diventata “pensiero unico” ed unica “verità” diffusa incessantemente da tutti i “media”occidentali. E chi la pensa anche solo un poco diversamente, diffonde “fake news” a servizio del nemico, e merita di essere per ora inserito in liste di proscrizione, prospettandosi per il futuro pene più radicali.

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